Il ciclo presidenziale americano
Herbert Hoover fu nominato presidente degli Stati Uniti nel periodo precedente alla grande Depressione. Fu eletto nel 1928 e governò fino al 1932.
A torto o a ragione, temo a ragione, è ricordato come uno dei peggiori Presidenti: era di parte repubblicana, e non a caso alle elezioni successive, vinse il democratico Franklin D. Roosevelt, che fu anche l’unico Presidente a governare per tre mandati.
16 anni dopo il 1928, nel 1944 fu eletto un altro Presidente democratico e da quel momento iniziò un curioso ciclo statistico elettorale americano, che vedeva nell’arco di 16 anni in alternanza ai repubblicani, una rielezione per due volte di presidenti della stessa parte politica.
I presidenti democratici furono eletti nel 1944, 1960, 1976, 1992, 2008: e per ciascuno di questi, quattro anni dopo, gli americani vollero confermare presidenti democratici.
Analogamente, i presidenti repubblicani furono eletti nel 1952, 1968, 1984 e 2000: e avvenne la stessa conferma di fiducia nel candidato dello stesso partito quattro anni dopo.
Nel 2016 fu eletto Trump, repubblicano, dopo i due mandati del democratico Obama. Nel 2020, il ciclo si è interrotto, con la elezione del democratico Biden: la statistica avrebbe voluto un altro repubblicano.
Il periodo 1932-1944 fu un periodo devastante della storia e di sicuro non ci auguriamo che l’interruzione del ciclo presidenziale americano, come avvenne con Hoover/Roosevelt, possa dar luogo a qualcosa di similare nel 2020-2032.
Dollaro e Borse
Quello che possiamo constatare è che il dollaro ha invertito il suo ciclo ribassista ed è tornato ad essere la valuta di riferimento: questo è tipico di quanto è avvenuto nella storia con i presidenti di parte democratica.
Biden sta parlando di tasse ai colossi, addirittura invitando i paesi di tutto il mondo ad imporre una sostanziosa minimum tax anche alle companies più rappresentative del mondo digitale, in modo da evitare la competizione fra paesi.
La classe media americana, a quanto ci risulta, già colpita dalla pandemia, guarda con un sentiment di preoccupazione a queste invocazioni di Biden, che sono l’assolvimento delle sue promesse fatte all’ala sinistra del partito, nel momento negoziale del sostegno per la sua elezione. La nomina di Kamala Harris come vicepresidente è parte integrante, a mio avviso, di tali promesse.
Nel breve termine, il mese di aprile, sulle borse americane, e quindi in linea di massima sulle borse mondiali, è stato positivo in 15 degli ultimi 16 anni: e da come si sono mossi gli indici nella settimana trascorsa, sembrano confermare una tendenza all’ottimismo.
L’S&P500 ha superato il target 4018 e punta verso quello a 4097.
Interessante anche il riscontro perfetto avuto sul Dollaro Yen rispetto al nostro articolo pubblicato sulla stessa rubrica il 13 marzo scorso (“Il Dollaro Yen al confine di cambio di trend”): resistenza sentita nell’area 110.87, all’87.50% del range, ma continuazione della tendenza rialzista. Un punto di riacquisto più in basso, se offerto, sarebbe una opportunità splendida.
Tutto sembra andare bene, in un clima di notizie dissonanti fra gli Stati Uniti e l’Europa, a livello di ripresa economica.
Le incognite
C’è un grande terzo incomodo, rappresentato dal duplice polo di Russia e Cina. L’aggressività di quest’ultima, vedasi i casi di Hong Kong, le minacce su Taiwan, il sostegno al colpo di stato del Myanmar, il sostegno a dittature crudeli come quella di Maduro in Venezuela, il sempre maggior interventismo internazionale, costituisce il vero punto debole e la minaccia concreta per il mondo intero.
Minaccia di cui il Covid-19, di cui fingiamo di volerci dimenticare le vere responsabilità, è, secondo il mio personale parere, solo una tiepida allerta.
Se dovessi esprimere una ulteriore preoccupazione, è il vero stato di salute di Biden. Se Biden non dovesse completare il mandato per ragioni di salute, i mercati non gradirebbero la Harris come Presidente pro-tempore. È vero che ai mercati piace cavalcare il carro dei vincitori: ma quello diventerebbe un carro piuttosto difficile da cavalcare.
Caro lettore: è Pasqua. Godiamola con noi stessi e con i nostri cari, se ne abbiamo, in questa area del mondo che rimane fra le più fortunate, malgrado tutto. Auguri a tutti voi !
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