Mondo azionario e indice americano … cosa aspettarci?

Stare in piedi, correre, ma soprattutto fare goal.

Il suo nome è Wayne. Wayne Gretzky.

Forse non ti dice nulla, ma per ben venti anni, dal 1979 al 1999, ha militato nelle migliori squadre canadesi di Hockey su ghiaccio.

Figlio d’arte, il padre era anche lui un campione di Hockey, Wayne accumulò nella sua carriera l’imbattuto record di 2857 punti. Record di tutti i tempi, ancora inviolato.

Ti chiederai che cosa abbia a che fare Wayne con la finanza operativa, e ora te lo spiego.

Wayne diceva: “Pattino dove sarà il disco, non dove è stato”.

Dal ghiaccio dell’Hockey, al freddo dei mercati il passo è breve. E la grande lezione è proprio questa: se vuoi sopravvivere sullo scivoloso ghiaccio dei mercati, pattina dove sarà il disco e non dove è stato.

Difficile? Sì, certo.

Proviamo ad analizzare che cosa sta accadendo e proviamo a fare uno scenario. La massa ha creduto per un bel po’ che “ormai l’asse dell’azionario si fosse spostato sul Nasdaq”.

Lo ricordi, vero? se ti è capitato, ho perfino sghignazzato in una trasmissione televisiva, essendone ospite, di fronte a tale affermazione. Non mi sono trattenuto, non volevo prendere in giro nessuno, ovviamente, ma è quello che vedo da 39 anni e qualche volta mi viene troppo da ridere.

Quando qualcuno ti dice “ormai”, sui mercati, sappi che i mercati stanno invertendo. Perché sta guardando dove il disco è stato e non dove sarà.

La maggior parte degli investitori sta ancora negando che i titoli tecnologici, dopo la grande sbornia del Covid, si siano bloccati. L’8 marzo, il minimo del Nasdaq si è ritirato di oltre il 10% rispetto al picco di febbraio: in gergo tecnico si chiama correzione.

I grandi beniamini della tecnologia sono andati molto peggio dell’indice. Tesla, dopo il massimo di 883 dollari (il nostro sistema aveva previsto 880 dollari, in pubblico, ma è anche fortuna ovviamente), è sceso fino a 563 dollari. È rimbalzato ma perde ancora il 30% circa.

Spotify è scesa da 364 dollari a 261, meno 28%. E Zoom, il proverbiale titolo della comunicazione digitale a distanza, è sceso anch’esso di quasi il 30%.

Alcuni fondi tecnologici, grazie alla follia di taluni gestori, sono crollati, se ci hai investito soldi scappa ora.

Le vaccinazioni negli Stati Uniti e in Gran Bretagna procedono ad un ritmo sostenuto. La ripresa economica di tali realtà è molto più vicina di quanto ci aspettiamo e di quanto il nostro osservatorio, in questa malandata Europa, ci faccia supporre.

Il disco non sta dirigendo verso i titoli tecnologici, anche se adeguate scelte selettive permetteranno opportunità ghiotte agli investitori che amano la volatilità.

Gli investitori stanno prelevando i soldi dai tecnologici li stanno dirigendo verso titoli più tradizionali. È la rotazione accelerata dalla direzione della fine pandemia.

Due anni fa avevo scritto che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, avrebbe avuto un impatto negativo nel breve termine, ma stava per crearsi la più grande piattaforma offshore del mondo, fuori dei legami e della burocrazia cartacea europea, e poggiata sulla solidità del loro pragmatismo.

Non so ancora se la previsione era corretta, ma di sicuro la strada è tracciata e parleremo molto presto di titoli del FTSE100 come azioni molto appetibili.

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